Il bombardamento delle informazioni senza più un deciso controllo sulle stesse porterebbe a lasciare sempre attive le proprie facoltà neuronali e, secondo gli ultimi studi, a una perdita delle proprie capacità mnemoniche ed emotive più che a un arricchimento. Lo afferma uno studio compiuto dal neuroscienziato giapponese Kep Kee Loh: fare più cose contemporaneamente, cosa che la tecnologia ti spinge a compiere con apparente facilità, in realtà uccide le cellule grigie o conduce più facilmente allo stress psico-fisico.
Come sottrarsi all’uso distruttivo della tecnologia e avviare pratiche di vita costruttive, creative ed empatiche
Il concetto di autodistruzione dell’uomo tecnologico, già previsto da Stephen King venti anni fa in un suo romanzo, è già in atto, dunque.
Chi o cosa ci salverà?
Ritrovare il proprio rapporto con la natura, fatta di rocce, piante, animali e persone. Godersi momenti di tranquillità di vita all’aria aperta, di sole, di immersioni nell’acqua, di movimento, per ritemprarsi, ricaricare le batterie del proprio cervello. Vivere meglio, insomma.
C’è il pericolo, dunque, di un ritorno all’abbrutimento, dopo aver vissuto per millenni a stretto contatto con la natura, sviluppando al massimo le proprie facoltà sensoriali.
La tecnologia è sempre un mezzo e mai un fine.
Se pensi che questo approccio sia troppo filosofico o moraleggiante, pensa anche che un buon marketer non può non ragionare in questi termini: il suo obiettivo è stare vicino alla gente per comprenderla meglio non per turlupinarla. Pensa, inoltre, a tutte quelle persone alla ricerca di percorsi naturalistici, di una vita sana, di centri benessere per il rilassamento psico-fisico, di cibi biologici… è sempre più così e una ragione ci sarà.
Infatti, sono certo che la tecnologia rivolta al miglioramento della nostra vita avrà la meglio: ci saranno strumenti che ci diranno come risparmiare energia elettrica, allo scopo di salvaguardare l’ambiente e ridurre i costi. La sharing economy ci permetterà di usare degli strumenti comuni, risparmiando sull’acquisto. Un’automobile condivisa, per esempio, può essere anche fonte di guadagno, a parte che di risparmio. Un libro in pdf può girare milioni di volte senza sgualcirsi e avere costi infinitamente minori rispetto al corrispettivo in carta stampata: le scuole e le famiglie potrebbero avviare un processo virtuoso di risparmio e di tutela ambientale.
Infine, le nostre scelte e i nostri desideri diventano sempre più preda degli algoritmi delle piattaforme digitali. In futuro, sarà un algoritmo che sceglierà per noi o conserveremo ancora parte della nostra capacità decisionale? Sarà un medico-robot opportunamente istruito e capace di individuare analiticamente una diagnosi o avremo sempre un medico umano che ci visiterà in base alle sue conoscenze?
Quali saranno, dunque, gli spazi che l’intelligenza artificiale e la tecnologia digitale ci lasceranno a disposizione? Saremo padroni o schiavi?
Molto dipende dallo spazio che lasceremo alle risorse tecnologiche e dall’uso che ne faremo.
Le risposte le troverete in un libro di imminente pubblicazione [continua]