Mangiatori di tutto il mondo, unitevi!
Quanto cibo riuscirà a ingurgitare il mangiatore di turno? Ha del sovrumano la capacità di mangiare tantissimo cibo (con relativo carico di super-calorie) in pochissimo tempo? Qual è la sfida?
Le sfide, si sa, vanno a spasso con la natura dell’uomo e la sfida contro se stessi è sempre quella più difficile da affrontare. Ci mettiamo continuamente alla prova, cercando di superare i nostri limiti e di competere il più possibile con altri capaci o meno di compiere le nostre stesse imprese.
Il food-challenge più famoso del piccolo schermo: Man Vs Food
Su questi presupposti si basa il cosiddetto Food-Challenge ovvero la sfida contro il cibo.
Certamente ricorderai una vecchia e molto fortunata trasmissione, Man Vs Food a cura di Adam Richman.
Adam, attore e presentatore statunitense di Brooklyn, ha passato in rassegna più di 200 ristoranti americani per stabilire dei record personali ma soprattutto per caratterizzare la sua trasmissione, basata sulle sfide dell’uomo contro il cibo. Non solo: devo sottolineare che Adam partiva dall’analisi della preparazione del piatto, dalle tradizioni culinarie del posto visitato, dall’utilizzo di particolari ingredienti che hanno reso popolare il luogo di ristorazione passato sotto la lente d’ingrandimento di Adam. Cosicché, a parte la scena finale in cui Adam si cimentava nel trangugiare grosse porzioni di hamburger, burrito, patatine con hotdog, kebab pepatissimi con quantità enormi di fagioli e così via, il tenace e simpatico presentatore ci faceva addentrare nei segreti dell’arte culinaria dei piatti più appetitosi e ricercati d’America e non solo.
Man Vs Food ha avuto una durata relativa, dal 2008 al 2012 circa, anno in cui Mr. Richman ha rinunciato alle sue sfide per proseguire sulla ricerca dei dietro le quinte delle ricette migliori al mondo (Man Finds Food).
In effetti, dopo quell’intensa esperienza, Adam è diventato uno dei più grandi analisti del cibo veloce, un giudice implacabile, ironico ed esperto, capace di esaltare le qualità dei ristoratori piccoli e grandi, famosi grazie alle loro ricette di più grande impatto con il pubblico.
Da quell’insana passione per il cibo, dunque, Adam ha sviluppato una competenza che gli ha permesso di intraprendere una nuova carriera nell’ambito che ha sempre preferito: TV e alimentazione.
Dove sta il marketing nel Food Challenge?
In pratica, grazie alla sua verve e alle sue capacità comunicative, nonché allo schema competitivo introdotto nelle sue divertenti trasmissioni, Adam Richman ha realizzato una vera e propria operazione di marketing del gusto. È riuscito, in un colpo solo, a fare di una serie TV da intrattenimento una trasmissione culturale di informazione sul cibo più stravagante e gustoso al mondo e, allo stesso tempo, a soddisfare i desideri dei golosi e degli appassionati di cucina internazionale, indicando i luoghi da visitare, la storia del piatto trattato e dei cuochi.
Eccessivo? Ridondante? Estremo? Forse, ma sicuramente attraente, capace di radunare intorno a sé una grande massa di curiosi interessati non solo alle grandi gesta dell’ingurgitamento ma anche e soprattutto al tema del cibo. Le cucine americane certamente non seguono la dieta mediterranea, anzi si caratterizzano per le eccessive fritture e l’uso di alte percentuali di grassi, ma tutto ciò (la composizione veniva sempre svelata nei servizi di Adam) può essere utile anche per apprendere le dinamiche di un alimento gustoso e capire cosa non mangiare rispetto alle proprie esigenze salutari.
Cibo insano: uno strappo alla regola, ogni tanto
Semel in anno licet insanire, dunque periodicamente tutti possiamo permetterci degli strappi alla regola e mangiare del cibo che del tutto sano non è. Lo facciamo ogni domenica con le lasagne della nonna o con il dolce della zia, la parmigiana della mamma con le melanzane fritte e via dicendo. Questo sembra il senso del reality show televisivo di Adam Richman trasmesso da Travel Channel a partire dal 3 dicembre 2008.
Il piacere della sfida piace ed è uno degli ingredienti principali del marketing del gusto: pensate alle versioni dei vari Masterchef, alle varie Prove del Cuoco… il cuore pulsante è sempre un test di abilità. Contemporaneamente, si vende un prodotto/servizio: una marca di pentole, di olio, di forno, di frigorifero, un ristorante, un pub, una trattoria, una trasmissione televisiva, un reality show…
Tutto fa spettacolo e tutto fa vendere.
Chi ha prestato attenzione ultimamente alla sfida di YouTubo Anche Io?
Si tratta di un signore calabrese alle prese con accostamenti stravaganti di una buona quantità di cibo (un chilo di tiramisù in accoppiata con un pollo, cocktail di gamberetti a profusione, 10 hamburger, panini con pancetta e melanzana grigliata, tris di panini con peperoni, zucchine grigliate e pomodori sott’olio ecc). Sono quegli accostamenti che solitamente fanno i fratelli minori a casa, suscitando il disgusto dei familiari e degli amici (pasta con la nutella e patatine fritte, per intenderci).
Il soggetto dei video food-challenge si presenta già abbondantemente sovrappeso e non si sa quale peso raggiungerà al termine di queste continue sfide contro il cibo. C’è chi pensa che alla fine della performance possa schiattare ed è questo, forse, che tiene inchiodate migliaia di persone di fronte al display del cellulare. Il piacere sadico della sfida estrema che si potrebbe pagare anche con la vita, così come ai tempi dei gladiatori romani.
Ma Youtubo Anche Io, all’anagrafe Omar Palermo (40 anni fra un mese), non è un gladiatore, anzi. Ha la stoffa del bravo ragazzo di provincia che vuole piacere e farsi seguire, creare una comunità di followers probabilmente per non sentirsi solo o per valorizzarsi maggiormente. Dopo vari esperimenti su YouTube, Omar ha trovato la sua visibilità e la sua nuova via del marketing del gusto.
Cosa dovrebbe fare Youtubo-Omar?
A questo punto della sua ascesa mediatica, dovrebbe fare come Adam Richman. Fermarsi e raccogliere i frutti di questa sua improvvisa notorietà: smetterla di rimpinzarsi e trasformare il suo canale in un percorso di recupero dell’obesità oppure in un corso di cucina mediterranea. Fare il salto di qualità, dunque. Guadagnerebbe sicuramente in salute e si assicurerebbe una fama più duratura e più redditizia.
Interessanti varianti del Food Challenge:
Se vuoi seguire, ma solo occasionalmente (è un consiglio!), le sfide del food challenge, ti fornisco una serie di appuntamenti:
LOCAL WILD FOOD CHALLENGE – Variante della sfida che ha permesso di creare varie comunità locali di amanti del cibo selvatico. Ogni piatto è caratterizzato da almeno un ingrediente prelevato direttamente dalla natura e può essere caldo, freddo, cotto o crudo.
HAMBURGER GRATIS A TREVISO – Se sei di Treviso o dei dintorni, puoi cimentarti in queste sfide contro hamburger da 1 kg in su: se consumi tutto, non paghi!
VOGLIA DI GELATO? – Partecipa a The World’s Ice Cream Eating Championship (Indiana, Stati Uniti). Qui vince un premio di 4.000 dollari chi mangia più gelato (ultimo record: 15,5 kg di gelato in 6 minuti!).
FOCACCIA AL FORMAGGIO RECORD – A Recco, Genova, il mese di maggio (quest’anno il 19) si organizza la Festa della Focaccia. Anche qui, si mangia senza limiti. 10 concorrenti si sfidano per divorare una focaccia con 1 kg di formaggio! Ma se vi piace di più la pizza e volete guadagnarvi 4.000 dollari, andate in Canada per The Vaughan Pizza Fest International.
Negli USA numerosi sono i contest sul cibo, vere e proprie macchine di marketing del gusto, come Hooters:
E tu, hai partecipato a qualche food challenge? Ne avresti qualcuno da segnalare, giusto per interpretarne i criteri di marketing adottati? Lo inserirò in questo post.
Via ai commenti (in fondo alla pagina), grazie!