Durante i miei corsi ricevo sempre delle domande interessanti, colgo l’occasione per condividerle con tutti voi.
Domanda: 4 ragioni per cui non dovremmo utilizzare Google?
Risposta: pur riconoscendo l’utilità di Google, bisogna valutarne lo strapotere e le pratiche a volte discutibili. Allora, potrei suggerirti di non usare Google come motore di ricerca:
- Se non vuoi farti indicizzare: Google traccia il tuo profilo, le tue abitudini di ricerca e le tue parole chiave;
- Se sei stanco dei suoi algoritmi sempre più stringenti;
- Se puoi fare a meno dei suoi tools;
- Se ti sembra che come motore di ricerca non sia veritiero e premi solo chi paga o si immerga in dispendiose pratiche SEO per aggiudicarsi la prima posizione nelle sue pagine.
Nel 2004 si parlò tanto di un nuovo motore di ricerca, un vero antagonista di Google. Effettivamente, faceva elaborazioni che Google ancora non proponeva: la clusterizzazione dei dati, raccolti in categorie utilissime per l’individuazione della giusta risposta in base all‘interrogazione per parola-chiave.
http://Clusty.com per me rappresentava il motore di ricerca ideale: fra la marea di informazioni, Clusty agiva come un vero e proprio archivio da sfogliare. Creato da un team di ricercatori universitari denominato Vivisimo, non ebbe la fortuna che meritava e nel 2009–2010 diventava il metamotore di Yippy. Ci avessero creduto in tanti, oltre me, non sarebbe finita così.
“Clusty is a research-oriented search engine that combines the results and generates an ordered list based on comparative ranking.”
Google è oggi il motore di ricerca più seguito e usato: molte aziende costruiscono il proprio business e la propria visibilità grazie a lui. Di conseguenza, anche Google si avvantaggia, sommando dati su dati, registrando utenti, controllandone ricerche e parole-chiave. Per il potere gestito, potrebbe cancellare diverse realtà aziendali del web senza colpo ferire. Ad esempio, potrebbe fagocitare tutte le OTA (Online Travel Agencies) oggi esistenti o cancellarle grazie ai propri servizi.
Anch’io sono contrario ai monopoli e ritengo che il pensiero alternativo sia sempre da coltivare.
Dario De Pasquale