Esiste un marketing del lusso?
Eccome, se esiste! Molti, comprese le aziende del lusso, pensano di non aver bisogno di strategie per vendere sul mercato. Mai considerazione risulta più sbagliata. Oggi, chi vende prodotti di lusso, dall’orologio a 24 carati all’albergo a 7 stelle, ha bisogno di una comunicazione adeguata sia alla sua particolare clientela, sia nei contenuti e nei canali utilizzati.
Solo negli ultimissimi anni (si può dire appena 5) i grandi marchi di oggetti lussuosi si sono cimentati nel digital marketing, principalmente perché non credevano nelle possibilità comunicative del web e nell’illusione che lo zoccolo duro della clientela sarebbe bastato loro a garantire vendite per il resto dei loro giorni. Invece, il mercato del lusso ha trovato non solo una grande espansione ma anche un aumento dell’offerta commerciale grazie ai ricchi emergenti dei paesi asiatici come la Russia, la Cina e l’India.
La forte concorrenza ha spinto i brand tradizionali a cambiare di colpo il proprio assetto promozionale, pena la perdita di posizionamento sul mercato. Il pioniere fra tutti è stato Cartier nel 2008 con il progetto “LOVE”, seguito, ma solo dopo qualche anno, da Gucci, Dolce & Gabbana, Burberry.
Di cosa i grandi marchi si sono resi conto effettivamente? Che attraverso il web si riesce ad arrivare in tutto il mondo nelle case di chi ancora non conosce neanche un prodotto del marchio e che attraverso mirate iniziative di social marketing si riesce persino a migliorare il classico sistema del passaparola.
I risultati? Vincenti su tutta la linea: aumento della visibilità e delle vendite; abbattimento dei costi di pubblicità sui canali tradizionali (TV, riviste patinate, giornali) e aumento del guadagno netto grazie al web.
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Se hai voglia di leggere qualcosa in merito, ti consiglio il libro: | |
DIGITAL MARKETING DEL LUSSO di Andrea Da Venezia (2016) - Secondo i buoni principi di marketing, si inizia con la conoscenza del mercato (analisi settori di appartenenza, identificazione dei competitori, analisi soglie visibilità, definizione stagionalità, livello di engagement, studio dei canali proprietari); segue l’analisi del contesto, la definizione del nuovo consumatore e le modalità per strutturare una campagna di comunicazione. Da Venezia ci invita a osservare e soppesare le particolarità del prodotto di lusso, perché è intorno a queste che bisognerà sviluppare il digital luxury marketing. Quattro i valori considerati: Unicità, Impatto, Qualità e Posizione. Nel futuro ci saranno due tipi di Luxury Brand: quelli che avranno imparato a comunicare digitale e quelli che dovranno cominciare da zero. In questa citazione ci sta tutta la potenzialità del settore sul web: i prodotti esclusivi, pur restando tali, vengono veicolati verso un numero infinito di persone. Il risultato è una maggiore conoscenza a livello globale e maggiori entrate per le aziende del lusso. Si inizia ad analizzare la fase pubblicitaria digitale, attraverso il display advertising, il video advertising, il social advertising e il search marketing. Il tutto per stimolare il ricordo del brand o del prodotto. Segue il capitolo dedicato ai digital influencer a cura di Carolina Rimondi. Infine, le esperienze e i casi di studio di alcune aziende del lusso occupano le restanti 88 pagine del libro (su un tale di 169 pagine). | GESTISCI BLOG, SOCIAL E SEO CON IL CONTENT MARKETING di Dario Ciracì è un manuale di preparazione all'utilizzo del content marketing da parte del neofita, con qualche dritta riservata anche agli esperti del campo. Il progetto editoriale consiste nell'apprendere le tecniche di elaborazione, scrittura e distribuzione di post, video e infografiche attraverso i social e il proprio blog. Si parte da un'analisi condotta sul campo attraverso gli strumenti di ricerca offerti gratuitamente da grandi motori come Google, poi, una volta trovata la giusta idea da mettere in rete, si comincia con la creazione di una comunità social, che dovrebbe costituire la base della propria attività imprenditoriale online. Ciracì, infatti, parte dal presupposto che sulla rete non c'è più spazio per il bluff o per sistemi "sporchi" per promuovere il proprio sito, per esempio, attraverso il link building o l'acquisto di "mi piace", perché il maggiore dei motori di ricerca, Google, soffoca tutti questi tentativi ritenuti "traffico non meritevole". Le intenzioni meritocratiche messe in atto dal colosso digitale americano, premiano la raccolta di affiliazioni vere, sia con le comunità d'interesse, sia con gli internauti. È arrivata, insomma, la fase della verità, dei rapporti umani coltivati giorno per giorno. E c'è più attività comunicativa oggi con il digitale che ieri per via analogica: è vero, infatti, che si stringono rapporti con persone vere, anche a distanza, e che ci si può anche vedere in molteplici occasioni di incontro, tra fiere, convegni, mostre, food experience: il web virtuale è diventato il preludio alla stretta di mano reale. La scrittura di Ciracì è semplice e lineare, senza grandi declamazioni, né spettacolari impennate. Le conclusioni sono ancora più incisive rispetto a tutto il libro: basterebbe leggerle per rifarsi della intensa lettura precedente. Vediamo, dunque, margini di miglioramento sia nell'impostazione letteraria, sia in quella grafica, sebbene il libro abbia il merito di utilizzare elementi originali tratti dal sito dell'autore. Tuttavia, come abbiamo visto fare anche con altri autori dello stesso filone, si pubblicano foto, schemi e infografiche tratti per lo più da siti americani. A testimonianza del fatto che il web marketing sia ancora una scienza del tutto americana e che stia sbarcando in Italia con un po' di difficoltà e molta copiatura. |
Voto di ABC SIKELIA Edizioni: | 7 e 1/2 |
Prezzo: | € 16,92 |
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